VIVIEN – Victim Violence Educational Network: Un progetto educativo per migliorare la capacità di assistere le donne vittime di violenza, ha l’obiettivo di prevenire e affrontare la violenza contro le donne, con una attenzione particolare alle donne con disabilità.
VIVIEN, ref. REC-AG-2017/REC-RDAP-GBV-AG-2017, è un progetto europeo della durata di due anni, iniziato l’1 Novembre 2018, finanziato del programma dell’Unione Europea Diritti, Equità e Cittadinanza, e coordinato dalla Cooperativa Sociale Giolli, Italia. Le attività del progetto si svolgeranno in quattro Paesi europei: Italia, Finlandia, Bulgaria and Croazia, raccogliendo le buone pratiche e i modelli innovativi da tutti gli Stati Membri. Il progetto affronta le attuali sfide e bisogni della società civile che contribuiscono agli sforzi delle istituzioni per porre fine alla violenza contro le donne, considerando i bisogni specifici e la condizione di vulnerabilità delle donne con disabilità.
Il problema
Studi e ricerche mostrano che i casi di violenza spesso non vengono denunciati o riportati né alla polizia, né alle organizzazioni di supporto alle vittime. Uno dei motivi identificati è che le figure professionali che hanno il primo contatto con le donne vittime, non sono adeguatamente preparati a riconoscere la violenza, a dare supporto e aiuto in modo adeguato alle donne. A volte, ancor peggio, le figure professionali che entrano per prime in contatto con le donne vittime di violenza, seppur spesso a livello inconscio, mettono in atto gli stessi stereotipi di genere di chi agisce la violenza.
C’è quindi un bisogno sociale che le figure professionali di primo contatto approfondiscano la capacità di comprensione delle emozioni delle donne che hanno subito violenza, migliorino la capacità di empatia e di costruire relazioni di fiducia, come consigliano anche le associazioni che lavorano con la disabilità.
Obiettivi del progetto
- Migliorare in modo sistematico le competenze di figure professionali di diversi settori (polizia, sistema giuridico, scuola, sistema sanitario e socio-assistenziale) che hanno il primo contatto con le donne a rischio o che hanno subito violenza, con un’attenzione particolare alle donne con disabilità: evitando la vittimizzazione secondaria, riducendo gli stereotipi, imparando come relazionarsi alle donne vittime in modo appropriato, rendendole capaci di identificare il prima possibile forme di violenza.
- Sviluppare modelli per aumentare le competenze professionali delle figure che assistono le donne che hanno subito forme di violenza, identificando modelli trasferibili anche ad altri Paesi.
Attività
Corsi di formazione – settoriali e inter-settoriali, di tre livelli (base, intermedio e avanzato).
Meetings – dei partners, degli stakeholders, dei beneficiari, per valutare l’andamento del progetto.
Performance di Teatro Forum – come strumento educativo e di sensibilizzazione.
Formazione ai formatori– preparazione e supporto di figure professionali che nei vari settori possano diffondere quanto acquisito.
Conferenze – per presentare e aprire la discussione sui risultati di progetto.
Beneficiari del progetto
Beneficiari diretti:
- 500 professionisti (di cui circa il 50% donne) di Polizia locale e statale, del sistema giudiziario (giudici, avvocati, pubblici ministeri), della scuola (presidi e insegnanti), del sistema sanitario (infermieri, ginecologi, ostetriche, pediatri, medici di famiglia), dei centralini d’aiuto, dei servizi sociali (assistenti sociali, educatori) sia che hanno già avuto una prima formazione, sia senza nessuna esperienza di formazione riguardo alla violenza sulle donne.
- 130 (circa il 50% donne) Responsabili a vari livelli: direttori, manager, coordinatori di dipartimento,responsabili di unità in diversi settori (polizia, scuola, sanità, sistema socio assistenziale, sistema giuridico…) dove poter svolgere la sperimentazione del progetto e dove lavorano i 500 professionisti coinvolti. Le figure di responsabilità sono importanti perché le ricerche hanno mostrato che esistono difficoltà in contesti in cui un lavoratore viene formato sull’approccio alle donne vittime di violenza, se poi la competenza acquisita non viene condivisa dal contesto lavorativo più ampio e nel lavoro quotidiano, in un cambiamento generale dell’approccio dell’istituzione di appartenenza.
Beneficiari indiretti:
- 90 studenti di Medicina, Servizio Sociale e Giurisprudenza, con lo scopo di promuovere una nuova consapevolezza all’inizio della carriere lavorativa, e con lo scopo di stimolare la possibilità di includere questa tipologia di formazione nel percorsi di studio universitari.
- 100 istituzioni da cui provengono e in cui lavorano i beneficiari diretti, con lo scopo di apportare un reale cambiamento dell’approccio con cui l’istituzione gestisce i casi di violenza sulle donne.
- 100 tra organizzazioni di donne e di persone con disabilità che saranno coinvolte ne progetto.
Beneficiari finali:
- Donne a rischio o che hanno subito violenza, in particolare donne con disabilità.
- Organizzazioni della società civile che lavorano sulla violenza contro le donne (prevenzione e assistenza).
- Istituzioni pubbliche che hanno il primo contatto con le donne vittime di violenza.
- Figure professionali che lavorano sulla tematica in tutta Europa.